“Dare la parola all’Eucaristia”

Aperto il nuovo anno pastorale della Diocesi

La Diocesi di San Marino-Montefeltro ha inaugurato domenica 24 settembre il nuovo anno pastorale. È accaduto nel contesto di una vasta assemblea di oltre 200 persone che hanno letteralmente gremito la Cattedrale di Pennabilli. Rappresentati in modo qualificato tutti i vicariati, con sacerdoti, diaconi, esponenti della vita consacrata, laici e, tra questi, molti giovani. Dopo le presentazioni è stata offerta una sintesi dei lavori sinodali e una relazione sulla realtà dell’Eucaristia, a cui ha fatto seguito un momento alto di spiritualità: trenta minuti di silenzio davanti al Pane consacrato, l’Eucaristia, posta sull’altare per l’adorazione. A detta di molti è stato il momento più forte e più intenso del pomeriggio: non si è solo parlato di Eucaristia, ma si è data la parola all’Eucaristia: «Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me. Sei tu che vieni, o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù», sono le parole intonate dal coro.
L’assemblea si è chiusa col “Mandato” agli impegnati nel servizio pastorale. Ma, è stato ribadito, ogni cristiano è “operatore pastorale” e missionario. Sono passati secoli dalle dispute medioevali sull’Eucaristia e tanto tempo dalle obiezioni protestanti; oggi non c’è più la discussione, semmai l’urgenza di una nuova consapevolezza dell’Eucaristia. Una consapevolezza che non potrà essere solo un sapere intellettuale o l’appagamento di un fervore intimistico, ma la presa di coscienza di quanto ricorda il Concilio Vaticano II raccogliendo e sintetizzando le Scritture e la Tradizione: Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Una consapevolezza senza riduzioni, anche se la ristrettezza del tempo e la graduale pedagogia impongono delle scelte fra una ricchezza di temi che si intrecciano tra loro: sacrificio di Cristo che si rinnova sull’altare, banchetto che unisce fratelli, cibo e bevanda per il cammino, annuncio della morte e della risurrezione del Signore nell’attesa della sua venuta. Suggestioni, tesori e luci che inebriano il cuore di chi crede, mobilitano la comunità che celebra, interpellano chi, per ora, sta a guardare.
Quest’anno, dunque, l’Eucaristia sarà il centro della comunità cristiana e proposta per i cammini personali e comunitari. Si dice che sarà il tema dell’anno, meglio dire l’esperienza dell’anno: sperimentare che davvero l’Eucaristia fa la Chiesa. A questo aspetto ha condotto il cammino pastorale degli ultimi anni: dall’annuncio della risurrezione di Gesù al Battesimo che infonde la vita nuova, dall’urgenza missionaria alla forza dello Spirito, dalla comunione ecclesiale all’Eucaristia. Viene rilanciata una provocazione: che posto occupa l’Eucaristia nella vita della comunità cristiana? I presbiteri aiuteranno con la loro fede, con la cura nel celebrare e con l’educazione alla spiritualità eucaristica. Negli incontri e nei gruppi non mancheranno riflessioni e approfondimenti sull’Eucaristia, i suoi effetti e la sua ricaduta sociale. Si vorrebbe uno scatto in avanti di tutta la Diocesi nella conoscenza, nella partecipazione e nell’adorazione del Sacramento.
L’intera Diocesi, nel suo programma annuale, propone “Emmaus”, l’icona dei due discepoli che si allontanano delusi dalla comunità di Gerusalemme e lungo la via incontrano il Risorto che riconosceranno nell’atto dello spezzare il pane. È l’indicazione per il percorso: Diocesi in cammino col Signore Risorto, in ascolto del suo soave rimprovero quando la sorprende incerta e triste. Il Signore le spiega le Scritture e rimane con lei nel dono di un pane spezzato. Scompare dalla sua vista, ma i cuori ardono a motivo dell’incontro. I viandanti verso Emmaus ritornano al cenacolo dove Pietro e gli altri sono uniti e la Madre di Gesù è fra loro. “Emmaus è qui!”: sintesi del cammino per il nuovo anno. È stato ribadito: «L’Eucaristia è presenza del Signore (se davvero ne fossimo persuasi!), è azione del Signore (non è gioiello prezioso chiuso in cassaforte), è sua auto-donazione (ogni volta come la prima volta)».
È interessante la modalità del collegamento fra l’esperienza dell’Eucaristia e il Cammino Sinodale, entrato nella sua seconda fase. Per l’impresa della nuova evangelizzazione non bastano le dichiarazioni di intenti, occorre valutare mezzi, risorse e condizioni di possibilità come fa il costruttore evangelico, prudente e intraprendente (cfr. Lc 14,28-31). Ogni comunità – in primis i Consigli Pastorali – può fare tesoro di un “quaderno pastorale” che offre occasioni di esercizio del discernimento comunitario sullo sfondo dei quattro verbi eucaristici: prendere, benedire, spezzare, dare. Intorno all’Eucaristia fioriscono iniziative di carità, maturano ministeri e servizi, partono cammini di impegno sociale, sbocciano vocazioni e vocazioni al sacerdozio, realtà molto concrete che esigono cura e discernimento. Il Signore poi affida ai presbiteri la più sublime espressione del suo amore, il “suo donarsi”.
Senza presbitero non c’è Eucaristia. Anche le comunità più piccole reclamano almeno l’Eucaristia domenicale. Che fare quando mancano i presbiteri? Occorre mettere in evidenza la bellezza del sacerdozio, una vita interamente donata per il Signore e per gli altri. Che non ci manchino i sacerdoti e ai sacerdoti non manchi la collaborazione e l’affetto dei fedeli!

+ Andrea Turazzi, ottobre 2023