L’Eucaristia, fonte e culmine

“Spinge i fedeli a vivere in perfetta unione”

L’Eucaristia, “fonte e culmine”, invita a polarizzare l’attenzione formativa e partecipativa di tutta la nostra Diocesi in quest’anno pastorale. In un certo senso è culmine del percorso diocesano che, dal 2018 ci guida in una rivisitazione dell’Iniziazione Cristiana in rapporto al mistero pasquale, in tre bienni. Nello stesso tempo l’Eucaristia rappresenta la fonte che ci immerge in quello stesso mistero pasquale che, dall’alba del primo giorno dopo il sabato, ci proietta continuamente verso la domenica senza tramonto. In tal senso, essa fa scaturire tutta la linfa di cui ha bisogno il nostro “essere collocati nella storia umana” per annunciare, celebrare e testimoniare Colui che è il Compimento della storia!
L’espressione fonte e culmine appare nella Sacrosanctum Concilium 10 dove, dopo avere osservato che la liturgia non esaurisce tutta l’azione della Chiesa (cf. n. 9), la Costituzione conciliare sulla liturgia afferma che “Nondimeno la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia” (SC 10). In effetti, esplicita lo stesso numero 10, “il lavoro apostolico è ordinato a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano parte al sacrificio e alla mensa del Signore. A sua volta, la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei sacramenti pasquali, a vivere in perfetta unione; prega affinché esprimano nella vita quanto hanno ricevuto mediante la fede… Dalla liturgia, dunque, e particolarmente dall’Eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini nel Cristo e quella glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte le altre attività della Chiesa”.
L’essere “fonte e culmine”, dunque, caratterizza tutta la liturgia e in modo particolare l’Eucaristia. Lumen Gentium 11, presentando il sacerdozio comune esercitato nei sacramenti, afferma che “partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, [i fedeli] offrono a Dio la vittima divina e se stessi con essa così tutti, sia con l’offerta che con la santa comunione, compiono la propria parte nell’azione liturgica…, ciascuno a modo suo” (LG 11).
Si può allora intuire il valore unico dell’Eucaristia, la sua importanza fondamentale e il suo posto centrale nella vita della Chiesa e di ogni singolo cristiano/a: “Senza la domenica (giorno dell’Eucaristia) non possiamo (vivere)” (Martiri di Abbitene). Si può capire l’appello pressante di Papa Francesco nella sua lettera Desiderio desideravi circa la “necessità di una formazione liturgica continua di tutto il popolo di Dio, per “recuperare la capacità di vivere in pienezza la liturgia” (DD 27). Nella liturgia è coinvolta pienamente la nostra vita perché la conoscenza del mistero di Cristo non è una semplice acquisizione mentale, ma «un reale coinvolgimento esistenziale con la sua persona» (DD 41). Partecipare alla liturgia, quindi, non riguarda solo la sfera intellettuale, non è un gesto devozionale, ma è esperienza concreta e profonda di incontro con Cristo (cf. DD 41).
Di conseguenza, tutti siamo chiamati ad acquisire l’ars celebrandi (DD 48-65). “… Siamo portati a pensare che riguardi solo i ministri ordinati che svolgono il servizio della presidenza. In realtà è un atteggiamento che tutti i battezzati sono chiamati a vivere… Ogni gesto e ogni parola della celebrazione espresso con “arte” forma la personalità cristiana del singolo e della comunità”.
Ciò richiede a ciascuno di noi di disporsi con generosità ad accogliere e cogliere le tante occasioni di formazione liturgica che la Diocesi offre. E, se necessario, resettando le nostre posizioni ideologiche, le nostre presunzioni di conoscere tutto e di celebrare bene come l’abbiamo sempre fatto finora, e perfino di essere noi nella verità rispetto all’insegnamento del Concilio e del magistero della Chiesa! Aprirci umilmente a quanto lo Spirito va dicendo alla Chiesa oggi attraverso la liturgia che il Messale Romano di Paolo VI ci offre!

don Raymond Nkindji Samuangala, ottobre 2023
Assistente collaboratore Ufficio diocesano
per la Liturgia e i Ministri Istituiti