«Prendo il giornale e leggo che…»

“Mondo in Mi7…”: vecchia canzone di Celentano (archeologia!)… Comincia così: «Prendo il giornale e leggo che…», una denuncia sociale ma aperta alla speranza, scritta su un solo accordo, Mi7, appunto. Quel giorno (1966!) il “Molleggiato” aveva tra le mani un giornale che riportava esclusivamente notizie catastrofiche. La canzone, lì per lì censurata dalla Rai, ebbe un grande successo ed ha resistito al tempo fino ad arrivare ad oggi con la sua carica innovativa ancora intatta. “Archeologia”, a dire il vero, non sono né il testo, né la partitura, né l’interpretazione, piuttosto è quel «prendo il giornale e leggo che…». Alzi la mano chi legge il giornale quotidianamente. Anzi, alzi la mano chi legge! Ci si giustifica: siamo nell’era dei social, delle comunicazioni rapide, concise, senza vincoli grammaticali. Eppure, noi, nonostante le tendenze attuali, nonostante la cattiva fama di cui gode la carta stampata, nonostante i costi e la lentezza delle poste, ci ostiniamo ad uscire ogni mese, straconvinti di sostenere un dialogo reale e necessario con i nostri lettori. Carta e inchiostro non hanno perso il fascino e la capacità di comunicazione. Il periodico “Montefeltro” si rivela una piattaforma e un laboratorio, risultato visibile di un elaborato costruito insieme. Conosciamo i possibili pregiudizi e le critiche contro la stampa cosiddetta “minore”. Ne teniamo conto. Proviamo a migliorare, ma saremo sempre al di sotto dell’asticella che i lettori più esigenti mettono davanti.
Davvero “stampa minore”? Sicuramente se il “Montefeltro” viene paragonato alla grande stampa con importanti firme del giornalismo. Il “Montefeltro” ha dalla sua parte, tuttavia, una destinazione capillare (è disponibile presso ogni parrocchia). Tratta temi e questioni locali. È “fatto in casa” per la comunità diocesana. E la comunità ha bisogno di uno strumento agile di dialogo e in una forma che rimane nel tempo. Il “Montefeltro” favorisce il senso di appartenenza, rinsalda rapporti e pian piano crea opinione. C’è l’impegno di chi scrive, la curiosità di chi vuol seguire le iniziative, la generosità di chi condivide pensieri, la costanza di chi si abbona ogni anno. Da non sottovalutare l’impianto fotografico pertinente ai temi e alle cronache, scatti rigorosamente locali. Le riunioni di redazione sono momenti indispensabili per programmare il numero successivo, per selezionare argomenti, per mantenersi fedeli alle rubriche e pensarne di nuove. Ma è pure occasione di sostegno, di accompagnamento e di verifica del Programma Pastorale della Diocesi.
«Prendo il giornale e leggo che…», proviamo a sfogliare insieme il primo numero del 2024. Vi scrive qualche giornalista di professione, ma anche chi ci prova con buona volontà e si mette in gioco. Ritornano alcune rubriche: le due pagine sulla famiglia, con riflessioni ed esperienze sui luoghi simbolici della casa; le risposte del liturgista alle domande sulla liturgia e i suoi segni; le brevi sintesi sul magistero di papa Francesco e del Vescovo Andrea, preziose e puntuali. Continuano le visite del nostro reporter alle parrocchie per raccoglierne le voci, la storia e la vita. Immancabili le proposte e le riflessioni degli Uffici Pastorali: i direttori, o i loro collaboratori, scendono in campo per aggiornare su iniziative e progetti. Una novità: nella rubrica “arte e fede” fa capolino la lettura critica delle più celebri e antiche musiche sacre. Inoltre, si è aggiunta una nuovissima rubrica sulle pubblicazioni di storia locale, a cura della Società di Studi Storici Montefeltrani. Lavoro importante – sempre con intento storico – è la presentazione di figure significative del presbiterio sammarinese-feretrano. “Persone di Chiesa” queste, ma c’è chi presenta, mese dopo mese, “Cose di Chiesa”, cioè temi di attualità ecclesiale, avvenimenti, istituzioni e tradizioni. Non sfugge all’attenzione dei lettori la rubrica che raccoglie le risonanze sugli articoli del mese precedente, “Schegge”: vero e proprio scambio fra “Montefeltro” e lettori. Non manca l’ospitalità verso chi desidera scrivere qualche cosa di ampio e articolato, ma si raccomanda sia uno scritto che abbia attinenza con il territorio. Più spesso è la redazione che domanda interventi originali legati all’attualità in prospettiva locale.
Un’altra forma concreta di dialogo è la rubrica “Dimmi cosa leggi”. Il vice-direttore del mensile intervista, in modo rapido e incisivo, amici disposti a lasciarsi interrogare sulle letture preferite o ritenute fondamentali nel loro cammino culturale e spirituale. Quasi un’appendice, ma non meno interessante e preziosa, sono i report (“notizie flash”) che vengono dagli uffici stampa della Repubblica di San Marino o dai comuni della Diocesi. Quaranta pagine ogni mese. Impiego di fatiche e di risorse. Fedeltà e concretezza per uno strumento di comunione!

+ Andrea Turazzi, gennaio 2024