«Su di te sia Pace!»

Chiesa in ascolto dello Spirito

Immersi in un clima generale di guerra e odio, guardiamo alle parole del Santo Padre come a un faro nella notte, luce che rischiara le tenebre del mondo. Fissiamo lo sguardo sui gesti di speranza che pone, come l’elezione di nuovi cardinali, segno di una Chiesa fondata sulla roccia di Pietro ed estesa fino ai confini della terra. Ad essi, attraverso il testo evangelico della Pentecoste, il Papa invita a «ripensare con gratitudine al dono di essere stati evangelizzati e di essere stati tratti da popoli che, ciascuno a suo tempo, hanno ricevuto il Kerygma, l’annuncio del mistero di salvezza. Lì, nella storia del nostro popolo, direi nella “carne” del nostro popolo, lo Spirito Santo ha operato il prodigio della comunicazione del mistero di Gesù Cristo morto e risorto». Ha poi sottolineato: «la Pentecoste – come il Battesimo di ciascuno di noi – non è un fatto del passato, è un atto creativo che Dio rinnova continuamente». Per questo «il Collegio Cardinalizio è chiamato ad assomigliare a un’orchestra sinfonica, che rappresenta la sinfonicità e la sinodalità della Chiesa. Nella consolante fiducia che abbiamo come maestro lo Spirito Santo – Lui è il protagonista –: maestro interiore di ognuno e maestro del camminare insieme. Lui crea la varietà e l’unità, Lui è la stessa armonia» (Roma, Concistoro del 30 settembre).
Guardiamo poi alle parole rivolte dal Papa nella veglia di preghiera in apertura dell’assemblea generale del Sinodo dei Vescovi. Il Santo Padre invita a riflettere «sull’importanza del silenzio nella vita del credente, nella vita della Chiesa e nel cammino di unità dei cristiani. Esso sta infatti all’inizio e alla fine dell’esistenza terrena di Cristo. Il Verbo, la Parola del Padre, si è fatto “silenzio” nella mangiatoia e sulla croce, nella notte della Natività e in quella della Pasqua. San Paolo dice che il mistero del Verbo incarnato è stato “avvolto nel silenzio per i secoli eterni”, insegnandoci che il silenzio custodisce il mistero, come Abramo custodiva l’Alleanza, come Maria custodiva nel grembo e meditava nel cuore la vita del suo Figlio. E allora anche noi abbiamo bisogno di liberarci da tanti rumori per ascoltare la sua voce. Perchè solo nel nostro silenzio risuona la sua Parola. E il silenzio permette proprio il discernimento, attraverso l’ascolto attento dei “gemiti inesprimibili” dello Spirito che riecheggiano, spesso nascosti, nel Popolo di Dio. Il silenzio fatto preghiera ci permette inoltre di accogliere il dono dell’unità come Cristo la vuole, non come frutto autonomo dei nostri sforzi e secondo criteri puramente umani. L’unità dei cristiani cresce nel silenzio davanti alla croce» (Veglia ecumenica, 30 settembre).
Il Papa ricorda poi: «nel momento della desolazione Gesù ha uno sguardo capace di vedere oltre: loda la sapienza del Padre e riesce a scorgere il bene nascosto che cresce, il seme della Parola accolto dai semplici, la luce del Regno di Dio che si fa strada anche nella notte». Per questo – sottolinea il Pontefice – «non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo non è un parlamento: il protagonista è lo Spirito Santo. Non vogliamo glorie terrene, non vogliamo farci belli agli occhi del mondo, ma raggiungerlo con la consolazione del Vangelo, per testimoniare meglio, e a tutti, l’amore infinito di Dio. E questo è il compito primario del Sinodo: ricentrare il nostro sguardo su Dio, per essere una Chiesa che guarda con misericordia l’umanità, per guardare alle sfide di oggi con il Suo sguardo» (Santa Messa in apertura del Sinodo, 4 ottobre).
Il Papa ci invita dunque a guardare ai Santi come coloro che percorsero le vie dello Spirito. In particolare, mette in luce l’esempio di Santa Bakhita, la cui vita «è una parabola esistenziale del perdono. Il perdono – infatti – l’ha resa libera» (Udienza generale, 11 ottobre); Santa Teresa del Bambin Gesù, alla quale ha dedicato un’intera Esortazione apostolica dal titolo “C’est la confiance”, in occasione dei 150 anni dalla sua nascita; San Charles de Foucauld, definito dal Santo Padre «cuore pulsante di carità nella vita nascosta, convinto che la “vita eucaristica” evangelizzi» (Udienza generale, 18 ottobre).
Ricordiamo infine l’appello del Papa alla pace, lanciato in occasione dello scoppio della guerra in Terra Santa: «Per favore, non si versi altro sangue innocente, né in Terra Santa, né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo! Basta! Le guerre sono sempre una sconfitta, sempre! La preghiera è la forza mite e santa da opporre alla forza diabolica dell’odio, del terrorismo e della guerra» (Angelus, 15 ottobre).
«Tacciano le armi! Si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini! Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace; ma non a parole, con la preghiera, con la dedizione totale» (18 ottobre).

Monache dell’Adorazione Perpetua
Pietrarubbia, novembre 2023